Il Fondatore
Angelo Della Riccia nacque a Firenze il 26 agosto 1867. Trascorse i primi anni della sua fanciullezza in Egitto con la famiglia paterna che vi si era trasferita; ritornato in Patria fu ammesso a 17 anni, primo su 120 concorrenti, all’Accademia Militare di Torino.
Nel 1890, concluso il corso di studi, fu chiamato a insegnare alla Scuola d’Applicazione d’Artiglieria e Genio a Torino.
Anche se preso dai suoi doveri d’insegnante egli sapeva trovare il tempo per coltivare gli studi preferiti, (seguì a Torino le lezioni di Galileo Ferraris), studi che poté continuare e perfezionare, secondo le esigenze contingenti, nelle Università di Padova e di Roma.
In quest’ultima, nel 1897, si laureò in matematica pura con pieni voti.
Nello stesso anno il Ministero della guerra gli affidò l’incarico di assistere e riferire sugli esperimenti di telegrafia senza fili fatti da Guglielmo Marconi a La Spezia, con il quale collaborò proprio per l’affermazione della importante scoperta della radiotelegrafia.
Dopo queste esperienze, chiesta all’Autorità militare l’aspettativa, egli si recò a Liegi e iscrittosi all’Istituto Montefiore, che a quell’epoca aveva una reputazione mondiale, ottenne nel 1898, con la più grande distinzione, il diploma di Ingegnere elettrotecnico.
Nel 1899 Angelo Della Riccia lasciò l’Esercito per dedicarsi all’ingegneria: il suo campo d’azione fu l’industria elettrica e a trentadue anni incominciò una nuova carriera a Parigi, lavorando in qualità di tecnico e di studioso nella costruzione di impianti elettrici, linee ferroviarie, centrali e stazioni di trasformazione sia in Italia che in Francia ed Egitto.
Dal 1912 al 1916 Angelo Della Riccia fu presidente della Camera di Commercio Italiana a Parigi.
In quest’ultimo anno, nel pieno del conflitto mondiale, fu chiamato a fare parte della Missione militare italiana in Francia; per quanto un po’ scosso nella salute, accettò l’incarico rinunciando ad ogni indennità (spettantegli come ufficiale in servizio all’estero) a favore delle «famiglie dei richiamati italiani residenti a Parigi».
Nel 1917 venne assegnato al Comando Supremo a Udine col grado di tenente colonnello. Ma la sua salute non accennava a migliorare e fu costretto a lasciare nuovamente l’Esercito.
Poco dopo la fine della guerra, nel 1920, stabilitosi a Bruxelles Angelo Della Riccia sposò Marie Jacmin che fu compagna di tutta la sua vita.
Nella nuova patria di adozione egli esplicò consulenze tecniche, compì studi e relazioni su vari Paesi il Portogallo, l’Ungheria, la Cecoslovacchia, l’Inghilterra, il Belgio, gli Stati Uniti, l’Argentina.
Sempre impegnato nel campo della produzione dell’energia e della trazione elettrica inventò un sistema di ricupero dell’energia di trazione, conosciuto sotto il nome A.D.R., che ha dato risultati interessanti.
Nel 1929 Angelo Della Riccia fu invitato dal Governo italiano ad assumere la carica di presidente della Camera di Commercio italiana nel Belgio. Dopo giustificata resistenza, preoccupato com’era per le sue condizioni di salute, egli accettò l’onerosa carica che tenne fino al 1933, dando sviluppo, durante il quadriennio, ai servizi della Camera e riuscendo a consolidarne il bilancio e l’economia.
Dimessosi da presidente effettivo venne nominato presidente onorario.
Negli ultimi anni della sua esistenza lo attrassero gli autori di economia politica, particolarmente gli economisti matematici, primo fra questi, Vilfredo Pareto. Ed è col metodo matematico che egli volle riproporsi il modo di risolvere i problemi di economia relativi agli scambi, alla distribuzione delle ricchezze, alle crisi economiche.
E’ di questo periodo la sua appartenenza all’Institut d’Economie Européenne de Bruxelles, ove tenne conferenze in varie lingue da quell’ottimo poliglotta che era; ivi fece parte dell’ Association des Ingènieurs sortis da l’Ecole de Montefiore e fu membro del «jury de la Fondation Montefiore».
Angelo Della Riccia interpretò con chiarezza lo spirito della scienza: egli non fu mai soddisfatto di un risultato, anche apparentemente giusto, ma ne indagò le ragioni e ne tentò altre soluzioni con diversi metodi.
Nel suo testamento redatto in Italia l’11novembre 1937, egli volle, in pieno accordo con la moglie e ben ricordando i difficili tempi della sua giovinezza, che i suoi averi fossero un giorno consacrati a creare una Fondazione, con sede a Firenze – luogo d’origine della sua famiglia – per promuovere le ricerche scientifiche a lui particolarmente care.
Nelle sue intenzioni, generose e lungimiranti, la Fondazione avrebbe dovuto premiare e incoraggiare studenti e studiosi di microfisica, fisica tecnica, che avessero indubbie disposizioni ed eventualmente insufficienza di mezzi economici.
Vale qui ricordare che erano frequenti in quel tempo i rapporti anche di amicizia con i professori Fermi, Arnaldi e Persico.
Angelo Della Riccia, ingegnere italiano, pioniere dell’industria elettrica, studioso ed educatore, morì dopo breve malattia il 24 ottobre 1938 a Bruxelles e la sua spoglia riposa nel cimitero di Uccle.